Il mister dello scudetto

Ricordati i cento anni dalla nascita di Tommaso Maestrelli, il condottiero della prima Lazio tricolore

 

Il popolo calcistico della Lazio è stato invitato al raduno nella Sala della Protomoteca del Campidoglio per ricordare Tommaso Maestrelli, la guida del primo storico scudetto nel campionato della stagione 1973/74. Celebrare quell’allenatore, diventato l’importante riferimento per la squadra sul campo e fondamentale negli spogliatoi, proprio in occasione dei cento anni dalla nascita. Maestrelli era nato a Pisa il 7 ottobre del 1922, quasi casualmente, in quanto il padre dipendente delle Ferrovie era costantemente in movimento, trasferito da una città e da una stazione all’altra della nostra penisola. Primi calci al pallone su un campo vero a Bari, poi Roma, Lucchese e nuovamente la squadra del capoluogo pugliese. Complessivamente 461 partite e 26 reti per chi, solitamente, operava correndo con ordine e disciplina a perdifiato in mezzo al terreno di gioco. Quasi naturale e inevitabile il passaggio in panchina, dalla Lucchese al Bari, dalla Reggina al Foggia, fino allo sbarco nella capitale, sponda biancoceleste. Era il 1971.
Scudetto prima solo sfiorato e poi conquistato in una società che non era mai stata campione d’Italia, in vetta alla classifica finale del massimo torneo nazionale di calcio. Quella squadra esprimeva un gioco brioso, concretizzato dalle conclusioni di Giorgio Chinaglia, dall’inventiva di un giovanissimo Vincenzo D’Amico, dal dinamismo di Luciano Re Cecconi, dall’acume calcistico di Mario Frustalupi, dalla gestione difensiva di (Giuseppe) Pino Wilson e dalle parate di Felice Pulici. I nomi della formazione di quella stagione trionfale, litigiosa e coriandolesca negli spogliatoi, ma granitica e vincente in campo, è un indimenticabile scioglilingua per tutti i sostenitori biancocelesti e riportati sulla scultura, ‘Il Primato del ’74’, realizzata dall’architetto Claudio Nardulli con il sostegno di Alessandro Cochi, che è stata posta sulla tomba della famiglia-Maestrelli al cimitero ‘Flaminio’ di Prima Porta, a Roma: Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico.
Nell’affollata Sala della Protomoteca, alla presenza di alcuni dei protagonisti del tricolore del 1974 e anche dei familiari di calciatori e dirigenti, sono state esposte maglie e altri oggetti di quella Lazio concessi anche dalla ‘Lega dei collezionisti’, pannelli con le foto di Maestrelli, ‘Il Maestro’ e proiettato filmati per esaltare quella stagione di massima estensione sportiva e di larga espansione festaiola. La giornata in Campidoglio, gestita da Guido De Angelis e dal figlio del mister tricolore Massimo Maestrelli, è stata organizzata dalla sezione della Lazio del Ciclismo e del Motociclismo, dalla redazione di Lazialità, dal Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento con il sostegno di Roma Capitale attraverso l’Assessorato ai Grandi Eventi, alla Moda, al Turismo e allo Sport e della Regione Lazio.
A questo proposito l’assessore comunale Alessandro Onorato ha annunciato l’intitolazione di un paio di parchi al presidente di quella Lazio, Umberto Lenzini e al capitano Pino Wilson. Le aree verdi saranno dedicate sulla Cassia e a Boccea, dove, rispettivamente, avevano il riferimento domestico.
Tommaso Arturo Maestrelli, caratterizzato da “stile, signorilità ed eleganza”, dopo essere stato costretto a lasciare la panchina per problemi di salute, era tornato nell’orbita biancoceleste fino alla scomparsa datata 2 dicembre 1976. Aveva 54 anni. È stato l’allenatore della Lazio con il maggior numero di presenze nelle coppe nazionali, 34.

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