Lacrime alla Williams

Sir Frank aveva 79 anni. Boss del team plurimondiale di FormulaUno. Ricordato per le sue condizioni e per la morte di Ayrton Senna

Box muti. Silenzio alternato, come da programma e tranquillità apparente nel circus in quell’ultimo week-end di novembre prima del gran finale per assegnare e consegnare le corone del Mondiale di FormulaUno. Il violento sussulto è un doloroso e stridente rombo. Improvviso anche se non inaspettato, inatteso. È scomparso Frank Williams, all’anagrafe britannica di South Shields, contea di Tyne and Wear, dal 16 aprile del 1942, Francis Owen Garrett. Fondatore di una delle scuderie più note e vincenti della storia dell’automobilismo veloce su pista. Dal marzo dell”86 era semiparalizzato a causa di un incidente stradale avvenuto in Francia dopo aver seguito alcuni test della sua monoposto, ma mai è stata rilevata l’assenza dal paddock per seguire l’andamento e l’evoluzione della squadra.
Dopo alcuni stop, soprattutto per motivi economici con l’ufficio rappresentato solo da una cabina telefonica, Frank Williams in compagnia di Patrick Head, prima tecnico e poi anche socio, nel 1977 la scuderia-Williams è diventata realtà e, praticamente, nello spazio temporale di un paio di stagioni, anche i successi, la gloria e la lievitazione delle entrate finanziarie. Nel 1979 la prima storica pole sulla pista inglese di Silverstone ‘stampata’ da Alan Jones e la vittoria in un Gran Premio con Clay Regazzoni. Nel 1980 doppietta mondiale team-piloti con Alan Jones e, l’anno successivo, il primo e l’altro nel 1982 con Keke Rosberg. Una sola vittoria, fra l’altro, nel Gran Premio di Svizzera disputato in Francia, sull’anello di Prenois. Potere aritmetico dei piazzamenti. 114 le affermazioni della Williams in FormulaUno. 9 i titoli in bacheca riservati ai costruttori e 7 quelli conquistati dai piloti fra il 1980 e il 1997. La Williams è stata portata al successo finale da altrettanti driver. Oltre all’australiano Alan Jones e al finlandese Keke Rosberg anche dai britannici Damon Hill e Nigel Mansell, dal brasiliano Nelson Piquet, dal francese Alain Prost e dal canadese Jacques Villeneuve. Indimenticabili e straordinariamente fruttuose le alleanze motoristiche con la giapponese Honda e la francese Renault.
Sir Frank Williams coinvolto nella tragedia del 1° maggio del 1994 sulla pista di Imola con la morte di Ayrton Senna, il brasiliano fortemente cercato nonostante il doppio alloro dell’anno prima con Alain Prost protagonista e vincente. Pochi onori e glorie a Grove, invece, negli anni Duemila con la transizione delle responsabilità, delle operazioni e dell’organizzazione alla figlia Claire Williams fino al recente ridimensionamento. Nel 2021 i colori e il prestigio della Williams sono difesi dal britannico George Russell e dal canadese Nicholas Latifi.
Non è stato solo Frank Williams a cartacarbonare negli anni una scuderia e una monoposto di FormulaUno con la propria effige. Nello specifico almanacco figurano, fra gli altri, gli italiani Enzo Ferrari, Giancarlo Minardi e (Vinc)Enzo Osella; lo svizzero Peter Sauber; l’irlandese (Edmund Patrick) Eddie Jordan; il francese Alain Prost; il canadese Walter Wolf; l’australiano Jack Brabham e il neozelandese Bruce McLaren. Alcuni piloti sono riusciti anche a trionfare al volante della propria monoposto come Brabham, tre volte iridato e l’ultima con la scuderia di appartenenza nel 1966. La McLaren, che è ancora in pista, è stata portata al successo dal suo stesso fondatore nel 1968 sullo spettacolare e caratteristico circuito belga di Spa-Francorchamps. 764, finora, le partenze in un Mondiale di FormulaUno da parte della Williams di Frank, scomparso all’età di 79 anni.

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