Capitale europea

Roma ospiterà nel 2024 la kermesse di atletica leggera. Superata la concorrenza della polacca Katowice

 

A novant’anni dall’appuntamento di Torino nel 1934 e a cinquanta, esatti-esatti, da quello di Roma del 1974, i titoli europei di atletica leggera saranno assegnati sulla nostra penisola. È la terza volta in assoluto. Roma, invece, replica dopo aver allestito nel 1987 anche il podio per il Mondiale.
14 preferenze per la Città Eterna e 2 per la polacca Katowice e l’organizzazione dell’Europeo del 2024 è diventata realtà. A decidere il futuro calendario delle specialità sulla pista e sulle pedane dello stadio Olimpico, ma anche fra gli impareggiabili e gli ineguagliabili scenari storico-archeologici-architettonici romani, sono stati i sedici componenti del Consiglio della Federazione del Vecchio Continente collegati in videoconferenza a causa del Coronavirus. “L’Italia ha già dimostrato capacità di poter ospitare importanti eventi internazionali per ogni fascia di età sicuro che ogni atleta, allenatore e dirigente sia impaziente per raggiungere nel 2024 Roma”, ha rilevato il presidente ad interim dell’European Athletics Dobromir Karamarinov. Il circus europeo, fra l’altro, arriverà nella capitale italiana in appendice all’Olimpiade di Parigi del 2024 e per alcuni potrebbe diventare un’attesa rivalsa dell’esito dei Giochi o una gustosa conferma della leadership nelle molteplici specialità sportive.
Il progetto, poi risultato largamente apprezzato e vincente, è stato sostenuto ed illustrato nella giornata decisiva dai rappresentanti di tutte le amministrazioni pubbliche centrali e locali, della Federazione Italiana di Atletica Leggera, di Sport e Salute e del CONI, il Comitato Olimpico Nazionale. Il piano degli organizzatori è quello di coinvolgere le varie aree caratteristiche della città, fra cui l’orizzonte del Colosseo per il lancio del peso; la cartolina dell’Arco di Costantino per le prove della marcia e lo sfondo di piazza San Pietro per i podisti con lo start e l’arrivo in via della Conciliazione dopo essere stati protagonisti su una parte del percorso dell’Half Marathon Via Pacis. Riferimenti essenziali per l’Europeo anche le Terme di Caracalla, il Parco del Foro Italico con lo Stadio dei Marmi probabilmente utilizzato per la preparazione delle gare previste nel vicino Olimpico.
E anche se manca quasi un quadriennio i pensieri e gli sguardi sono rivolti ad ogni potenziale vedette azzurra, fra cui l’altista Gianmarco Tamberi, il velocista Filippo Tortu, lo specialista dell’intero giro di pista Davide Re, la promettentissima giovane lunghista Larissa Iapichino, le staffette 4×100 e 4×400 sia maschile che femminile e chissà quanti altri atleti pronti a scalare con le rispettive prestazioni le graduatorie internazionali. Invitante l’obiettivo, come potrebbe essere l’Europeo edizione numero 26 disputato sul proprio Paese.
L’investimento sarebbe di una trentina di milioni di euro, quasi la metà sostenuto dal Governo, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma. Alcuni interventi e implementazioni riguarderanno gli impianti utilizzando le più aggiornate tecnologie soprattutto nelle pavimentazioni sportive.
Nel 1974, dal 2 all’8 settembre, gli atleti impegnati sono stati 745 in rappresentanza di 29 nazioni. 39 le prove in cartellone, come i titoli da assegnare, 24 maschili e gli altri 15 fra le atlete. Il podio del medagliere di quella sedicesima edizione ha visto prevalere l’allora Germania Orientale con 27 conquiste, caratterizzate da 10 ori, 12 argenti e 5 bronzi; poi l’Unione Sovietica con 17 allori complessivi e, quindi, la Gran Bretagna ferma a quota 11. L’Italia aveva chiuso in ottava posizione con cinque medaglie, una dall’assoluto valore e le altre equamente suddivise con i metalli di inferiore qualità. Corona europea per Pietro Mennea nei 200 metri. La ‘Freccia del Sud’ barlettana era stata in grado di conquistare un’altra coppia di medaglie, d’argento: nei 100 metri alle spalle del granitico sovietico Valerij Borzov e nella staffetta 4×100 in compagnia di Luigi Benedetti, Vincenzo Guerini e Norberto Oliosi, preceduta solo da quella francese. Azzurri sul gradino più basso del podio europeo anche con Giuseppe Cindolo nei 10000 metri, al traguardo dopo il tedesco orientale Manfred Kuschmann e l’inglese Tony Simmons e con Sara Simeoni nel salto in alto, ferma al metro e 89 centimetri. Gara vinta con 1,95 dall’atleta della DDR Rosemarie Witschas, poi Ackermann, prima donna a saltare i 2 metri e con il cosiddetto stile ventrale, oro ai Giochi di Montreal nel 1976. Secondo posto per la ceka Milada Kabanova con 1,91. Sara Simeoni è poi riuscita a scavalcare 201 centimetri, salire sul tetto del mondo e trionfare con l’ormai affermato ‘Fosbury’ all’Olimpiade di Mosca nel 1980.
Roma in un quadriennio diventerà il centro d’interesse sportivo internazionale. Infatti organizzerà nel 2021 la partita inaugurale dell’Europeo di calcio; nel 2022 quello di nuoto e nel 2023 al Marco Simone Golf& Country Club la prestigiosa Ryder Cup.

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