Una striscia colorata utile per sollecitare l’azione decisa e decisiva. Una velocità progressiva accompagnata da una particolare pertica, pronta ad essere precisamente infilata in quel sempre più visibile scavo, posto a fine-corsa e a poca distanza dall’accogliente ammortizzatore gommoso. Prima dell’atterraggio, però, il candidato deve avere la necessaria forza e lo slancio per un’opportuna flessione della lunga protesi ed essere catapultato perpendicolarmente in aria per superare l’orizzontale dell’immaginario balcone oltre il secondo piano di un qualunque edificio. La pedana dello stadio Olimpico di Roma è stata ancora lo scenario di una prodezza sportiva, in particolare del salto con l’asta. Il programma del Golden Gala ‘Pietro Mennea’ è stato impreziosito dall’impresa del naturalizzato svedese nello sport, ma americano di nascita, Armand Duplantis, chiamato ‘Mondo’, che ha superato anche all’aperto i 6 metri e 15 centimetri e cancellato d’un colpo dopo ben 16 anni l’ucraino Sergey Bubka. L’allora valicatore dell’URSS aveva portato, sempre nel nostro Paese, il limite umano a 6 metri e 14 centimetri. Uno straordinario primato per quello ‘zar’ di Luhans’k che è risultato invalicabile per lungo tempo. Dal 1994. Bubka, all’anagrafe dal 4 dicembre del 1963 Sergey Nazarovyc, ha conquistato tutto di tutto. Oro olimpico; dieci titoli mondiali, di cui un poker al coperto e due europei equamente divisi fra indoor e all’aperto. Ha lasciato l’attività nel 2001 e l’anno successivo è finito nella Hall of Fame della IAAF. Armand Duplantis, originario di Lafayette, in Louisiana, figlio di un altro artista Made in USA, Greg Duplantis, appare come il più degno, valoroso e qualificato erede di Sergey Bubka, che ha inviato immediatamente un messaggio di complimenti al nuovo leader universale. Duplantis, nato il 10 novembre del 1999 e dal 2015 con la nazionalità agonistica materna pur conservando la doppia possibilità, ha già raccolto nel personale forziere dei preziosi un oro europeo e un argento mondiale, oltre alle medaglie raccolte qua e là nelle massime manifestazioni giovanili. Indimenticabile nell’edizione del 1984 del Golden Gala romano la supersfida antigravitazionale fra Thierry Vigneron e proprio Sergey Bubka. In una decina di minuti lo spettacolare botta-e-risposta con il francese in grado di superare 5 metri e 91 centimetri e Bubka rispondere con 5 metri e 94 centimetri rimpossessandosi della massima altezza planetaria. Al di là della effervescente performance di Duplantis, l’appuntamento romano, a spalti deserti in adeguatamento alle norme per evitare contagi da Covid-19, ha mostrato alcune positive prestazioni degli azzurri. Yemen Crippa, fra l’altro, ha completato l’en-plein dei record italiani sulle lunghe distanze in pista. Dopo il limite dei 5.000 metri, 13’02” e 26 realizzato pochi giorni fa ad Ostrava e dei 10.000 metri, 27’10” e 76 conseguito lo scorso anno a Doha, strappati a Salvatore Antibo, il ventiquattrenne delle Fiamme Oro ha fermato il cronometro sui 3.000 metri a 7’38” e 27. Superato, quindi, Gennaro Di Napoli. Incoraggiamento il terzo posto sui 100 metri di Filippo Torti e importante il primato nazionale under 23 di Edoardo Scotti sui 400 metri, 45″ e 21 centesimi. È il quarto italiano della storia più veloce sul giro di pista.
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