
È scomparso Nino Benvenuti. Aveva 87 anni. Ha vinto nel pugilato l’oro all’Olimpiade a Roma nel 1960 ed è stato campione del Mondo in due diverse categorie, superwelter e medi. A fine carriera è stato protagonista nel cinema e nei commenti radiotelevisivi
È stato il campione di tutto e, forse, anche per molti, soprattutto nel nostro Paese vista l’infuocata rivalità con un altro pugile, il toscano Sandro Mazzinghi, Nino Benvenuti, all’anagrafe di Isola d’Istria dal 26 aprile del 1938 Giovanni, scomparso nella capitale lo scorso 20 maggio all’età di 87 anni. Tecnica indiscutibile, intelligenza tattica e colpi geniali e folgoranti, Benvenuti è stato protagonista praticamente per l’intera carriera fra le dodici corde, dalla metà degli anni Cinquanta del secolo passato all’8 maggio del 1971, quando il manager-amico Bruno Amaduzzi ha lanciato l’asciugamano sul ring dello stadio ‘Louis II’ del Principato nel corso della terza ripresa del match-bis contro l’argentino Carlos Monzon. Il temibile pugile sudamericano aveva strappato il 7 novembre del 1970 la corona mondiale dei pesi medi, una delle categorie più fascinose del pugilato come quella dei massimi.
Nino Benvenuti è stato un costante e continuo riferimento per l’intero movimento pugilistico nazionale come hanno confermato i dirigenti, gli organizzatori e gli atleti di ieri e di oggi nelle ultime ore. I messaggi sono velocemente moltiplicati dai palazzi del Governo e delle discipline agonistiche e amatoriali e dalle palestre della nostra penisola, fra cui del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi; del presidente del CONI Giovanni Malagò, del Comitato Paralimpico Luca Pancalli, di Sport e Salute Marco Mezzaroma e, naturalmente, della Federazione Flavio D’Ambrosi, che ha sottolineato come sia stato “un campione leggendario”.
La fase da dilettante Nino Benvenuti l’ha conclusa con l’oro olimpico nel 1960 a Roma nella categoria dei welter dopo aver superato in serie Jean Josselin, Ki Soo Kim, Shshman Mitsen, Jimmy Lloyd e, in finale, il sovietico Jurij Radonjak. Oltre alla preziosa medaglia a Benvenuti è stata consegnata anche la prestigiosa Coppa Val Barker riservata al pugile considerato tecnicamente migliore superando persino Cassius Clay, poi conosciuto e riconosciuto come Mahammad Alì. Dopo solo Patrizio Oliva ha ottenuto quel riconoscimento fra gli italiani. Ha concluso il periodo con la maglietta, iniziato in nazionale nel 1955, con 108 vittorie e una sola battuta d’arresto con titoli italiani ed europei in bacheca, in particolare conquistati a Praga nel 1957 e a Lucerna nel 1959 nei superwelter.
L’esordio fra i professionisti risale al 20 gennaio del 1961 quando a Trieste ha superato ai punti in sei round il tunisino Ben Alì Allala. Il tricolore è arrivato all’inizio del 1963 con il k.o. all’undicesima ripresa inflitto a Tommaso Truppi. L’inarrestabile escalation ha portato Benvenuti sul tetto del mondo in seguito al doppio cruento e spettacolare derby italiano con Sandro Mazzinghi. Corona dei superwelter o medi junior versione WBA e WBC in possesso nel biennio 1965-1966. E, poi, gli epici e indimenticabili incontri newyorkesi contro Emile Griffith per l’alloro dei medi WBA e WBC con gli italiani incollati alle radio nelle ore notturne per seguire le vicende. A quel tempo è stato il secondo europeo, dopo il francese Marcel Cerdan, a conquistare il mondiale negli Stati Uniti. Dal 1967 al 1970 sul trono. Da oltreoceano la corona planetaria è sbarcata in Italia, poi, è ritornata al di là, ma in Sud America con Carlos Monzon. Il primo traumatico match al Palazzo dello Sport dell’EUR interrotto al dodicesimo round e la conclusione dell’attività a Montecarlo sei mesi dopo. 90 gli incontri disputati. 82 i successi, 35 prima del limite. 7 i confronti finiti negativamente e uno concluso in parità. Questo l’epilogo riportato e ricordato sugli annali.
Benvenuti ha collezionato allori e riconoscimenti anche internazionali. All’eco dell’ultimo gong del periodo agonistico Benvenuti è stato protagonista anche in alcune pellicole cinematografiche e come commentatore radiotelevisivo.
La camera ardente è stata allestita al Foro Italico nella cosiddetta “casa dello sport degli italiani”, al CONI. L’omaggio a un vero e proprio campione della ‘noble art’ è previsto per il 22 maggio alle ore 11 e 30 nella Chiesa degli Artisti della romana piazza del Popolo.