I costi (alti) del nucleare

Illustrati a Roma dai rappresentanti di ‘100% Rinnovabili Network’ i dati relativi alle differenze con la produzione di energia con le fonti rinnovabili. Il prossimo marzo un convegno ancora più approfondito

“Invece di accelerare in modo adeguato lo sviluppo delle rinnovabili per arrivare alla completa decarbonizzazione nella produzione di elettricità il PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, prevede uno scenario di ritorno al nucleare a fissione con la costruzione di small modular reactor, SMR; di advanced modular reactor, AMB e di advance modular reactor e di microreattori. Il ritorno al nucleare, ancora di più per un paese come l’Italia, avrebbe un costo molto alto”, ha sottolineato Edo(ardo) Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che, con alcune associazioni ambientaliste, del Terzo Settore, docenti universitari, ricercatori e rappresentanti delle imprese e delle organizzazioni sindacali, ha promosso la coalizione ‘100% Rinnovabili Network’. E dopo qualche mese, in una sala di un noto hotel della capitale, il ‘Nazionale’, a due passi da Montecitorio e da Palazzo Chigi, è stato presentato ed illustrato il Rapporto riguardante esclusivamente i costi dell’eventuale scelta rispetto alla soluzione delle rinnovabili, in particolare del settore fotovoltaico e dell’eolico, compreso l’offshore.
All’appuntamento, coordinato e gestito da Alessandra Bailo Modesti, hanno aderito oltre all’ex ministro Ronchi, Dante Caserta, responsabile degli Affari Legali e Istituzionali del WWF; Stefano Ciafani, presidente di Legambiente; Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace e Gianni Silvestrini, riferimento scientifico di Kyoto Club. Dall’approfondimento emerge che, seguendo le indicazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, il peso economico delle fonti rinnovabili nel 2023 e, nelle proiezioni, al 2030 e al 2050 all’interno dell’Unione Europea, sarebbe sempre più contenuto di quello del nucleare. L’AIE ha registrato una differenza di ben 120 dollari a megawattora fra il nucleare e il fotovoltaico e 110 dollari a megawattora con l’eolico onshore nel 2023 e, prevede, rispettivamente, una ‘forbice’ di 100 dollari a megawattora e di 80 e 75 dollari a megawattora nel 2030 e nel 2050. Per l’offshore, invece, i divari oscillano fra i 100 dollari del passato e i 90 dollari a megawattora per il 2030 e il 2050. Lo scalino, con lievi se non impercettibili livelli, è replicabile e applicabile anche per il nucleare americano, cinese e indiano.
Lo scenario andrebbe arricchito dai tempi per le realizzazioni e il funzionamento, oltre che dallo smaltimento delle scorie e le conseguenti bonifiche delle aree. Dei 213 reattori nucleari dismessi al mondo solo in 9 circostanze sono stati completati gli iter e, fra l’altro, “sono di piccola taglia, alcuni sono dei prototipi utili alla ricerca”. La gestione dei rifiuti di media attività radioattiva è particolarmente delicata, in quanto il pericoloso effetto è assorbito o esaurito dopo centinaia se non migliaia di anni. “In Europa l’analisi più recente del 2019 ha fissato un costo fra i 422 e i 566 miliardi di euro con l’esclusione dello smaltimento delle centrali”. Nel nostro Paese, è stato rilevato nel corso dell’incontro, “lo smantellamento del nucleare”, sospeso da un paio di referendum popolari, “la gestione delle scorie e il deposito nazionale, che dovrebbe essere realizzato entro il 2036” in una località non ancora indicata con un costo sugli “8 miliardi di euro”.
Gli intervenuti hanno anche offerto, a sostegno delle tesi, le esperienze di alcuni paesi: in Francia, dove “l’EDF, la società che gestisce le centrali nucleari, è fortemente indebitata nonostante i sostegni delle casse pubbliche per ristrutturare i 56 reattori” e altre difficoltà sarebbero state segnalate anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti sempre di natura economica.
Uno studio dello scorso giugno del LCOE, il Levelized Cost of Energy, ha registrato che il gravio di produzione da parte degli impianti solari sia calato, -83% dal 2009 al 2024 e di quello dell’eolico, -63% nello stesso periodo. La generazione del nucleare, soprattutto “dopo l’incidente del 2011 alla centrale di Fukushima, è aumentata del 49%, da 123 dollari a megawattora nel 2009 a 182 dollari a megawattora nel 2024”.
Stefano Ciafani ha ricordato che “il livello della produzione energetica con il nucleare è costante e non supera il 10% planetario, mentre quella delle rinnovabili è lievitata fino a quasi l’88%”. In questo momento storico “nessun imprenditore è intenzionato a investire sul nucleare, al contrario, invece, rivolge le risorse sulle fonti ‘pulite’ e naturali”.
Il Report indica anche come risolvere le eventuali intermittenze quotidiane attraverso “sistemi di accumulo, in particolare di più lunga durata e con l’idroelettrico, la geotermia e le biomasse”. L’idrogeno verde “può essere stoccato per essere utilizzato come combustibile o per generare nuova elettricità”.
In chiusura i rappresentanti di ‘100% Rinnovabili Network’ hanno reso noto un altro incontro per un ulteriore approfondimento maggiormente completo. Il convegno è previsto per l’11 marzo del 2025, sempre a Roma.

 

Condividi

Ambiente

Materie da riusare in un mercato unico

‘L’Italia che ricicla’ è stato il tema affrontato nel corso dell’annuale incontro promosso da Assoambiente, che a Roma ha anche presentato uno studio per ‘fotografare’ l’attuale situazione e illustrare alcune proposte estese anche ai paesi dell’Unione Condividi

Condividi
Read More
Ambiente

La pac(e) agroecologica

Numerosi gli obiettivi in comune fra i coltivatori, gli allevatori e gli ambientalisti, che sono alla ricerca di un opportuno equilibrio come è emerso in un Forum promosso a Roma con all’ordine del giorno la circolarità, ‘dal campo alla tavola’ Condividi

Condividi
Read More
Ambiente

La bioeconomia delle foreste

È ancora sottovalutata nonostante nel nostro Paese la percentuale dell’estensione sia la seconda d’Europa. Italia leader nel recupero e nel riciclaggio del legno a favore dell’industria dell’arredo e della mobilia. Una produzione anche da esportazione Condividi

Condividi
Read More