Il Consorzio Italiano conferma la quantità proveniente dalla raccolta differenziata di ‘umido’ e ‘verde’, 7 milioni e 244 mila tonnellate, il 38,3% del totale nazionale. Istituito l’Osservatorio Bioriciclo con Biorepack
Dall’ultima rilevazione nota e registrata in base al Rapporto ‘Rifiuti Urbani’ del 2023 da parte dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, emerge che sono state raccolte 7 milioni e 244 mila tonnellate di organico riguardanti il cosiddetto ‘umido’ e l’altrettanto cosiddetto ‘verde’. Il quantitativo è il 38,3% della differenziata complessiva recuperata sulla nostra penisola, che offre una media personale annua di 123 chili. Questi alcuni dei dati contenuti nel volume, ‘La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione’, il quinto della serie, curato da Massimo Centemero in collaborazione con Elisabetta Bottazzoli e Alberto Confalonieri e presentato nel corso di un incontro promosso nella capitale dal Consorzio Italiano Compostatori.
208 pagine, copertine escluse, in cui il direttore del CIC Massimo Centemero ha raccolto, oltre ai risultati del settore, anche le considerazioni, i progetti e le esperienze degli operatori, soprattutto del Consorzio: 149, fra soci ordinari, 95; aderenti, 52 e generali, 2. 132 gli impianti produttivi delle aziende associate al CIC, l’86% dell’intero comparto, che mette sul mercato il 34% del compost con il marchio di qualità. Negli impianti di compostaggio sono lavorate quasi un milione e 900 mila tonnellate di materiale. Una parte è trasformata in biometano.
“La situazione è praticamente di stallo, in quanto manca ancora il sufficiente coinvolgimento delle aree meridionali ed è diminuita la quantità di raccolta del ‘verde’”, ha rilevato Massimo Centemero.
“Una delle novità del 2024 riguarda l’istituzione dell’Osservatorio Bioriciclo promossa dal Consorzio Italiano Compostatori e da quello Nazionale Biorepack”, che è caratterizzato dall’immagine “di una foglia con i colori della terra, della natura e del cielo”. L’obiettivo riguarda la diffusione delle informazioni sulle “buone pratiche di raccolta differenziata e di riciclo del rifiuto urbano e delle plastiche biodegradabili e compostabili per il raggiungimento della piena circolarità”.
All’incontro hanno offerto il contributo, fra gli altri, i parlamentari Andrea De Priamo, Silvia Fregolent Patty L’Abbate e Marco Simiani; i presidenti di Biorepack Marco Versari, di Legambiente Stefano Ciafani e del Comitato Nazionale Albo dei Gestori Ambientali Daniele Gizzi e la coordinatrice del Dipartimento Clima e Ambiente del CONAF, il Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e di quelli Forestali, Monica Cairoli. Le conclusioni sono state affidate a Lella Miccolis, presidente del CIC, che ha ricordato “i benefici ambientali, sociali e occupazionali dell’attività del Consorzio”. Lella Miccolis ha sottolineato “la disomogeneità delle autorizzazioni fra le varie regioni della nostra penisola e le potenzialità non ancora completamente espresse e sfruttate del settore”.
La conferma è arrivata dalla rivelazione che “nonostante la raccolta differenziata della frazione organica sia diventata obbligatoria dal 2022 alcune aree della nostra penisola non hanno raggiunto neanche la quota minima e in alcune non è addirittura iniziata”. Il volume, ‘La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione’, è suddiviso in tre sezioni: ‘Il report del Consorzio Italiano Compostatori’; ‘I temi dell’occupazione e delle competenze nella filiera rappresentata dal Consorzio Italiano Compostatori’ e ‘Il ciclo delle biomasse di scarto in ambito urbano, il tema della qualità dei flussi e dell’ambiente urbano”.
Sulla pubblicazione sono stati affrontati gli argomenti collegati, fra l’altro, alle normative europee che interessano il settore; ai dati della raccolta, del riciclo e dell’uso; ai fanghi e alla qualità delle acque da trattare, 3 milioni e 200 mila tonnellate l’anno; all’occupazione; ai CAM, i Criteri Ambientali Minimi emanati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per orientare le categorie di acquisti dell’amministrazione pubblica per stimolare l’economia green dei relativi comparti; alla sostanza organica per i suoli agroforestali e urbani e all’attività e alla funzione del CIC.
Alla conclusione dell’incontro, coordinato dal giornalista Emanuele Bompan, sono stati consegnati i riconoscimenti alle imprese che da tempo hanno ottenuto per la produzione il ‘Marchio Compost di Qualità CIC’. Dal 2009 è stato inserito fra gli ‘acquisti verdi’. Sono 56 gli ammendanti compostati a marchio CIC, che rappresentano oltre il 34% della produzione italiana, quasi 640 mila tonnellate.