
La Via Appia è stata inserita nella prestigiosa Lista dell’UNESCO. La storica ‘Regina Viarum’ è stata progettata dai romani nel 312 avanti Cristo e arriva fino a Brindisi. Per l’Italia è la sessantesima segnalazione
È il sessantesimo riconoscimento per il nostro Paese. Nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è stata inserita la Via Appia. La ‘Regina Viarum’ è estesa per quasi 800 chilometri, da Roma, in particolare da Porta Capena, nei.pressi del Circo Massimo, fino a Brindisi. Attraversa quattro regioni, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia; 13 fra città metropolitane e province; tocca 74 comuni e una infinità di borghi e realtà circoscritte, ma caratteristiche e abbellite da unicità e tradizioni storiche, artistiche e archeologiche. Il percorso è arricchito da 14 parchi, da 25 università e da numerose rappresentanze diplomatiche e delle comunità territoriali.
La realizzazione era stata decisa inizialmente per esigenze militari nel 312 avanti Cristo dal censore Appio Claudio Cieco. Il tracciato era stato disegnato per arrivare a Capua e soprattutto per il movimento verso il meridione per la Seconda Guerra Sannita conclusa nel 304 avanti Cristo. In seguito la Via Appia è stata prolungata fino a Benevento e, dal 268 avanti Cristo al 191 avanti Cristo, periodo-dopo-periodo, a Venosa, a Taranto e a Brindisi, diventando fondamentale per le comunicazioni marittime e per il commercio con il via-vai delle merci. Era, praticamente, il riferimento per i collegamenti con la Grecia e con l’Oriente.
Commenti positivi, naturalmente, sono stati espressi dal Ministero della Cultura e dalle amministrazioni pubbliche sia regionali che dei comuni e dalle associazioni ambientaliste e di quelle interessate e impegnate nella riqualificazione, nella salvaguardia e nella valorizzazione delle testimonianze storiche, artistiche e archeologiche.
Il responsabile del dicastero di via del Collegio Romano Gennaro Sangiuliano ha ammesso la “grande soddisfazione e l’orgoglio per il grande risultato ottenuto” a dimostrazione “dell’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con i paesi del Mediterraneo e con quelli dell’Oriente”. La Via Appia è “il simbolo della storia da cui proveniamo”.
Dal Campidoglio il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha rilevato che la Via Appia è il riferimento “di una intera civiltà, che attraversa paesaggi mozzafiato e spesso incontaminati. Luoghi di grande intensità spirituale con le catacombe, di progettazioni idriche con gli acquedotti” e aree “storiche” e orizzonti “maestosi”.
L’assessore alla Cultura Miguel Gotor ha ricordato che “il Comune di Roma ha sempre sostenuto la richiesta e l’iter all’UNESCO”, mentre Alessandro Onorato, responsabile ai Grandi Eventi, alla Moda, allo Sport e al Turismo, ha ribadito “il grande e unico patrimonio storico-archeologico”. Uno degli obiettivi è di offrire “percorsi alternativi” ai turisti per scoprire realtà solitamente aggirate dalle tappe tradizionali definite dai tour operator.
L’UNESCO, l’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, è un’Agenzia specializzata dell’ONU istituito con l’obiettivo di promuovere la pace e la comprensione fra le nazioni. E anche per promuovere “il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e di quelli “umani e le libertà fondamentali” indicate e affermate nella Dichiarazione Universale. L’UNESCO è stato istituito il 16 novembre del 1945 ed è coinvolto soprattutto nella tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico esistente, della promozione, dell’educazione, delle scienze e della cultura. All’UNESCO hanno aderito 195 paesi e il principale riferimento è in Francia, a Parigi.