Pubblicato il volume ‘100 storie italiane di sport’, che raccoglie una selezione delle imprese artigiane impegnate nella produzione di attrezzature, abbigliamenti e materiali, anche sanitari, per chi pratica le molteplici discipline
Un solo annodato e robusto filo unisce le discipline sportive alle attività produttive nazionali composte soprattutto da piccole e medie imprese, ma anche da micro, a gestione completamente familiare. ‘100 storie italiane di sport’ racchiude, oltre le rispettive esperienze ed evoluzioni professionali e commerciali, anche un approfondimento della collaborazione e delle opportunità. I dati, le informazioni e le curiosità del volume, promosso e realizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dalla Fondazione Symbola e dalla Confartigianato con il sostegno di Deloitte, sono state illustrate nella sala romana ‘Walter Corsi’ di via di San Giovanni in Laterano.
Le cento selezionate ed evidenziate nella pubblicazione delle complessive duecentocinquantasei, impiegano 20 mila 716 operatori e registrano un fatturato annuo di oltre 13 miliardi di euro. La maggior parte è attiva nelle zone del nord-est della nostra penisola concentrando il 70% del giro d’affari e più del 60% della forza lavoro. Il singolo fatturato mediamente è di 630 mila 864 euro, un livello decisamente superiore a quello del settore. È la conferma dell’efficienza e della competitività, in quanto alcune rappresentano veri e propri punti di riferimento, anche internazionale. Infatti, con la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo dei materiali e delle competenze, l’export sfiora il 64%. Inoltre, se l’impresa è specializzata ad assistere una sola disciplina, la quota supera il 70% e, addirittura, il 73%, se riesce a fornire le attrezzature.
All’appuntamento nella sala della Confartigianato era presente, fra gli altri, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, che ha rilevato “la comune visione fra le attività produttive e le molteplici discipline agonistiche e amatoriali.È necessario sollecitare e sviluppare la cultura del movimento” come benessere psicofisico, sociale e sanitario, in quanto “un’ampia parte del paese è ancora sedentaria”. Il problema dell’impiantistica e delle palestre negli istituti scolastici è ancora di estrema attualità e anche nelle considerazioni del ministro Abodi, tanto da ricordare come per completare l’iter per realizzare “uno stadio per il calcio occorrono almeno sei anni e alcune pratiche sono ferme da una decina di stagioni”.
Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese che ha inaugurato la serie degli interventi, ha sottolineato l’importante attività degli artigiani italiani e la funzione continuamente mostrata anche “nei confronti dello sport di base, fondamentale per l’integrazione e la coesione sociale” e per il patrimonio culturale da sostenere e alimentare. “La pubblicazione testimonia la passione, il coraggio e i valori degli artigiani e delle piccole imprese, che trasformano ogni prodotto in un capolavoro di manualità e tecnologia, merito delle capacità creative, della ricerca e della dedizione”. In questo panorama la manifattura italiana è elevata a leader anche internazionale in “ogni tipo di specialità agonistica”.
Il presidente della Fondazione
Symbola Ermete Realacci ha ribadito che questo “comparto del Made in Italy” rappresenta l’ennesima conferma “dell’eccellenza, però poco raccontata e composta da piccole e medie imprese. E con la storica creatività e con l’abile manualità italiana nessuno può competere”.
Giuseppe Pastorelli, vicedirettore generale per la promozione del sistema paese alla Farnesina, ha annunciato la diffusione della stampa plurilingue con carta patinata negli oltre trecento riferimenti ufficiali sparsi per il pianeta proprio “per divulgare e far comprendere l’impulso produttivo italiano dietro e a vantaggio dello sport”. Nel gennaio del 2024 è stato aperto l’Ufficio della Diplomazia Sportiva e fissata la Giornata dello Sport nel Mondo accompagnata anche dall’organizzazione di alcune iniziative.
Ernesto Lanzillo di Deloitte ha rivelato come sono numerosi i giovani coinvolti nelle varie imprese, alcune anche nelle aree a rischio di spopolamento. “La cura del dettaglio rende la produzione italiana distintiva e impareggiabile” e l’abbraccio con lo sport è una spinta “imprescindibile per lo sviluppo della nostra società” e “il libro è il miglior ambasciatore nel mondo”.
Attrezzature, vestiario, materiali per la prevenzionee la protezione, motori, telai, biciclette, remi per il canottaggio, assistenza sanitaria post-infortuni e per la riabilitazione e tanto, tanto altro nei rispettivi cataloghi. In pratica tutte le discipline sportive
sono interessate e caratterizzate dal Made in Italy. La dimostrazione è arrivata dai rappresentanti di alcune imprese che hanno descritto l’avvio, il percorso, l’offerta e le funzioni operative, fra cui Marco Pochetti di Cisalfa, Alessandra Sestini di Ortholabsport, Fiorello Turla di RetificioLa Rete e Barbara Visani di Biotex.
Gli interventi sono stati gestiti e coordinati dalla giornalista Manuela Rafaiani. E Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, ha socchiuso l’uscio a un eventuale rapporto anche “per le Imprese impegnate nel settore, oltre alle società e agli istituti scolastici per palestre, piscine e materiali” e all’avviamento di una collaborazione con l’ICE e alla disponibilità di un fondo economico per le attività che esportano all’estero.
