Incontrastato e maestoso doppio successo delle squadre azzurre di tennis a Malaga. Quinto alloro per le ragazze di Tathiana Garbin nell’attuale ‘Billie Jean King’ Cup, mentre Jannik Sinner, Matteo Berrettini e compagni concedono il bis nella ‘Davis’
Il tennis italiano sale sul trono dell’olimpo in modo apparentemente semplice, quasi scontato, per inerzia vista la schiacciante ed evidentemente superiorità mostrata nelle fasi finali di Malaga, ma anche registrata nel corso dell’anno. Magico. Spettacolare. Strepitoso. Le racchette tricolori, complessivamente, mai avevano raccolto tanti trofei e riconoscimenti. E mai i protagonisti avevano freneticamente e velocemente scalato le classifiche planetarie, fra cui Jannik Sinner leader dallo scorso giugno in quella maschile e Jasmine Paolini nella femminile, salita fino al quarto pianerottolo. La ventottenne toscana, finalista al ‘Roland Garros’ e a ‘Wimbledon’, terra e green dello Slam, ha trionfato ai Giochi Olimpici di Parigi in coppia con Sara Errani.
È proprio la trentasettenne bolognese a fare da trait d’union con il poker calato dalla nazionale azzurra dal 2006 al 2013 con le compagne d’allora, Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Roberta Vinci. Le azzurre, guidate da Tathiana Garbin, avevano raggiunto la finale della Fed Cup dedicata all’ultraottantenne Billie Jean King, anche nel 2023 e l’accoppiata con i tennisti era stato solo sfiorato. A Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto, Sara Errani, Jasmine Paolini e Martina Trevisan, questa volta, in terra di Spagna, non è sfuggito il passo nella storia e nell’Albo d’Oro, proprio pochi giorni prima del bis del team di Filippo Volandri. Concorrenza sbaragliata con una squadra compatta, sicura e vincente, che in alcune occasioni ha avuto anche il sostegno dei componenti di quella maschile.
Un racconto con l’epilogo già scritto quello degli azzurri, altrettanto compatti, sicuri e vincenti, in grado di sfoggiare sul campo l’asso, ma anche altre valide briscole. Lo scorso anno Jannik Sinner, durante i festeggiamenti della ‘Davis’ ritrovata dopo ben quarantasette stagioni, aveva sussurrato a un Matteo Berrettini più sostenitore che giocatore, la promessa di vincere insieme la Coppa. Al più presto. Detto e fatto, dopo neanche trecentosessantacinque giorni. Il tennista romano l’ha spuntata nei due singolari dopo l’iniziale debacle di Lorenzo Musetti, bronzo all’Olimpiade, nell’incontro di apertura contro l’Argentina e anche nell’insolito e fruttuoso doppio con l’amico altoatesino, che ha concesso il pass per la semifinale al cospetto dell’Australia, poi piegata per 2 a 0. E il doppio non è stato necessario neanche nella finale di fronte a una sorprendente Olanda, alla prima decisiva sfida della ‘Davis’, però incapace di rallentare la marcia dell’ItalTennis verso la conquista della prestigiosa ‘Insalatiera’. Una superiorità addirittura imbarazzante per una squadra composta anche da Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che nel 2024 hanno trovato in coppia una dimensione internazionale con i successi anche nei tornei del circuito internazionale. Filippo Volandri, come anche gli altri della spedizione in Spagna, non ha mancato di ricordare Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli, in campo nei gironi che hanno consentito di partecipare alle finali di Malaga.
La doppia apoteosi era stata segnalata, prima dell’Italia, in altre undici occasioni, in particolare dagli Stati Uniti, 7; dall’Australia, 3 e dalla Repubblica Ceka. Dopo l’esaltazione sarà il momento della riflessione e della programmazione della prossima stagione, anche se non è stato ancora deciso dove giocare le Final Eight dopo il triennio in Spagna. I contagiosi festeggiamenti hanno stimolato la passione per la disciplina, peraltro già accesa nel 2021 con la finale di ‘Wimbledon’ di Matteo Berrettini proprio nei giorni in cui la nazionale di calcio, allora diretta da Roberto Mancini, conquistava l’Europeo, sempre a Londra, allo stadio di ‘Wembley’, ai calci di rigore, contro i padroni di casa. Nel settore maschile sembrano essere stati trovati gli eredi del quartetto altrettanto vincente e formato da Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Andriano Panatta e Tonino Zugarelli.