Illustrato il nuovo sistema per la valutazione del rischio chimico nell’uso dei pesticidi in agricoltura promosso dall’ INAIL e predisposto dagli atenei di Milano e Roma
L’avanzata dei sistemi e delle opportunità tecnologiche sollecitano aggiornamenti e adattamenti in ogni settore produttivo sia per migliorare il livello qualitativo e quantitativo dell’attività che per avere una crescente sicurezza ed evitare malanni sanitari. È il caso dell’iniziativa promossa in collaborazione fra l’Università romana del’La Sapienza’ con l’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. ‘Un nuovo strumento per la valutazione preventiva del rischio chimico nell’impiego dei pesticidi in agricoltura: l’applicativo informatizzato •Pestirisk•’, è stato il riferimento dell’ l’appuntamento organizzato dalla Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale per illustrare le novità. Il progetto BRIC, Il Bando di Ricerche In Collaborazione, del 2019, è stato sostenuto economicamente dall’INAIL e coordinato dal Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Milano in collaborazione con quelli di Ingegneria, Chimica, Materiali e Ambiente del’La Sapienza’ e di Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici dell’ Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.
Nel nostro Paese le aziende agricole sono poco più di un milione e 133 mila, in costante flessione rispetto alle precedenti annualità. La maggioranza sono di dimensioni contenute sia nel numero degli occupati che nell’estensione dell’area coltivata. Microaziende gestite familiarmente con una manodopera complessiva di 2 milioni 755 mila 411 addetti e con il responsabile che, nel 13% dei casi, ha meno di 40 anni. Circoscrivere la frequenza delle somministrazioni, causa dei malanni collegabili alle attività professionali, è uno degli obiettivi del piano concretizzato dagli atenei di Milano e di Roma e dall’INAIL, che coordina gli studi e le ricerche con sviluppi biennali o triennali.
All’approfondimento hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti delle strutture accademiche e dell’Istituto, come il prorettore Livio De Santoli e il direttore della sezione interessata dell’INAIL Corrado Delle Site, il docente dell’Università di Milano Claudio Colosio e l’esperto della struttura Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro Daniele Puri e la professoressa del Dipartimento di Ingegneria, Chimica, Materiali, Ambiente del’La Sapienza’ Marta Lombardi. “Un progetto di intersezione di più discipline, che favorisce l’innovazione nell’agricoltura verso la cosiddetta ‘fase 4.0’ caratterizzata da sostenibilità e sicurezza”, ha rilevato Livio De Santoli.
Il nostro Paese vanta la quinta superficie riservata e destinata alle coltivazioni vegetali per l’alimentazione umana e animale. Nel 2018 erano stati venduti quasi 54 milioni 157 mila chili di sostanze chimiche per l’agricoltura. Francia, Germania, Italia e Spagna utilizzano il 75% dell’acquistato complessivo. Nella nostra penisola non è consentita l’erogazione aerea e l’Europa ha l’ambizioso piano di voler dimezzare entro il 2030 l’uso degli agrofarmaci. Un obiettivo che vacilla anche in seguito all’attuale situazione costellata dal conflitto fra Ucraina e Russia, dalle imprevedibili conseguenze dei cambiamenti climatici e dalla garanzia di assicurare una sicurezza alimentare per i cittadini.
Le varie sostanze hanno molteplici livelli di tossicità, che sono opportunamente regolamentate per l’utilizzo sulle colture e le distanze da rispettare. Normative di competenza del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ma anche di quelli dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della Salute. Gli operatori agricoli, comunque, devono evitare ogni forma di rischio e provvedere alle necessarie protezioni per il capo, il corpo, le mani, i piedi e il viso, sia nelle fasi di erogazione degli antiparassitari che per le successive operazioni di pulizia e di manutenzione dei macchinari e degli attrezzi utilizzati.
I settori delle estrazioni dalle miniere, dell’edilizia e dell’agricoltura sono quelli maggiormente controllati proprio per le precauzioni da adottare visti i rischi da affrontare quotidianamente. Il nostro Paese ha perimetrato anche un’ampia superficie per le produzioni biologiche, il 18,5% e dell’agricoltura integrata, il 7,5%, per un complessivo 26% di coltivazione non tradizionale.
Gli intervenuti hanno sottolineato la semplicità dell’utilizzazione della novità, compatibile con ogni apparecchiatura tecnologica, personal computer, smartphone e tablet. È sufficiente inserire il richiesto sia anagrafico che dell’operazione e, poco dopo, sarà restituito il valore elaborato. La mancata correttezza delle prime fasi è segnalata dall’applicativo in modo da apportare i necessari aggiustamenti. Il meccanismo è predisposto per un salvataggio automatico e per la conservazione e l’archiviazione dei dati, che possono essere verificati, confrontati e riutilizzati.