La Merano da bere

A novembre ‘WineFestival’ nel centro altoatesino. Nella selezione premiata la qualità della produzione nazionale

Oltre gli ottanta giorni necessari a Phileas Fogg e all’accompagnatore francese Passepartout di vincere la scommessa di girare il mondo descritta in modo appassionante da Jules Verne. Nel 1873. E, invece, nel 2019, in vista del ventottesimo appuntamento con il ‘Merano WineFestival’, l’organizzazione ha promosso iniziative fin dallo scorso 27 maggio a Monaco di Baviera e, poi, a Zurigo, Houston, New Orleans, Vienna e, naturalmente, in Italia con anteprime a Roma e a Milano. Prove generali anche nella città altoatesina, all’Ippodromo e alla Festa dell’Uva di fine ottobre.
Il programma è stato illustrato dal patron dell’ormai tradizionale rassegna Helmuth Kocher. Dall’8 al 12 novembre saranno quasi un migliaio le etichette delle aziende vitivinicole presenti alla kermesse affiancate da più di 120 artigiani del gusto. Un panorama di profumi, colori e sapori. Eccellenze nazionali e qualcuna da oltre confine per premiare ed esaltare l’alta produttività sempre più apprezzata e ricercata. Un’inversione di tendenza rispetto al più o meno lontano passato da parte delle aziende del settore, che erano maggiormente impegnate ad elevare la quantità che la qualità. Imprenditori, che, comunque, seguono le richieste, le tendenze e l’andamento del mercato.
Cinque giornate dedicate e riservate al cosiddetto ‘nettare degli dei’ accompagnato dalle altre grandi offerte della produzione nazionale, fra cui, pani, formaggi, salumi, oli, aceti balsamici e dolci. Altra esaltazione dell’impareggiabile Made in Italy.
La giornata inaugurale sarà rivolta soprattutto ai vini naturali, biologici e biodinamici. E, fra incontri, confronti, workshop, assaggi e approfondimenti, uno spazio sarà dedicato anche alle migliori
case champagnistiche abbinate a selezionate e ricercate specialità gourmet. Per l’edizione del 2019 della rassegna altoatesina sono stati valutati oltre seimila campioni di vino.
Omaggio anche a Leonardo da Vinci nel cinquantesimo anniversario della scomparsa. Il genio toscano già in quel periodo, a cavallo fra il Quattrocento e il Cinquecento, era appassionato e interessato all’enologia. Nota la vigna nel milanese.
All’Hotel ‘Terme’ di Merano sono previste le ‘Charity Wine Masterclasses’ con il ricavato delle degustazioni devoluto in beneficenza.

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