Il Super Bowl all’Hard Rock

Il 12 febbraio la lunga notte per il titolo di football americano fra Philadelphia e Kansas City, in Arizona. Menu tipico nei Cafe di Firenze, Roma e Venezia

 

Cresce giorno-dopo-giorno l’attesa per la cinquantasettesima finale del campionato NFL, la National Football League, fra i Philadelphia Eagles e la formazione del Kansas City Chiefs, in programma il prossimo 12 febbraio allo ‘State Farm Insurance’ Stadium di Glendale, in Arizona. È, da considerare, l’evento dell’anno, il più seguito negli Stati Uniti, per il quale milioni di appassionati e non restano incollati alle vicende del campo. 63 mila e 400 sono ufficialmente i posti a sedere per i ‘fortunati’ che entreranno nell’impianto dell’Arizona fino al 2018 identificato come ‘University of Phoenix’ Stadium. Tappeto erboso, copertura completa per gli spettatori e tetto retrattile sul campo.
Il Super Bowl coinvolge non solo gli sportivi degli Stati Uniti e, per meglio comprendere l’enorme portata dell’annuale avvenimento, sarebbe opportuno considerare lo spessore degli investimenti delle varie aziende per ottenere in TV anche pochi secondi di spot pubblicitari. E, poi, lo spettacolo musicale, le evoluzioni delle cheerleaders e degli eventuali ballerini per accompagnare i canti delle voci di turno. Sugli spalti vip, star e starlette della musica, del cinema, dell’industria, della finanza e dello sport. Insomma, lo spettacolo nello spettacolo agonistico. Nell’occasione a cercare di iscrivere il nome sul prestigioso Albo d’Oro saranno i Philadelphia Eagles, vincitori dell’area orientale, la National Football Conference e i Kansas City Chiefs, trionfatori nella West Division dell’American Football Conference. Il team della Pennsylvania opposto a quello del Missouri.
I Philadelphia Eagles hanno vinto una volta il Super Bowl, nel 2018, quando all’U. S. di Minneapolis hanno superato i New ENG Patriots per 44 a 33. Vantano anche un tris di successi nella NFL, la National Football League. Doppia affermazione, invece, per i Kansas City Chiefs, negli anni Sessanta e nel 2019. In quell’occasione avevano battuto i San Francisco 49ers per 31 a 20.
Show a 360 gradi nello stadio dell’Arizona Cardinals e organizzazione un po’ ovunque nel nostro Paese per festeggiare la lunga notte del Super Bowl. L’Hard Rock Cafe di Roma rinnova l’appuntamento, ormai diventato tradizionale visto che è iniziato nel 1999. Il locale della centralissima via Veneto ha già definito il programma caratterizzato dal particolare menu prepartita simile a quello consumato solitamente nei parcheggi degli impianti di football in attesa dell’ingresso. E, così, largo e spazio, a preferenza e piacere, ai nachos, alle alette e ai filetti di pollo, ai burger infarciti seguendo il gusto, agli anelli di cipolla dorati e croccanti e alle patatine fritte accompagnate dalle tipiche salse e spezie e alle molteplici bibite. Nella capitale sono in cartellone anche musiche, coreografie ed esibizioni delle ‘Miss Shake Cheerleader’. Attesi alla serata-nottata romana, fra gli altri, i componenti della Legio XIII Roma, la squadra della capitale di football americano.
L’Hard Rock Cafe ha preparato serate di intrattenimento per la diretta televisiva prevista poco dopo la mezzanotte, anche a Firenze e a Venezia. Nel capoluogo toscano, in piazza della Repubblica, in programma la performance del ‘Florence Dance Center’, la storica scuola di danza cittadina fondata da Marga Nativo, che presenterà tre estratti coreografici di ballo contemporaneo e hip-hop, oltre alle tipiche proposte del menu. In Laguna l’attesa sarà allietata dalle variazioni musicali del dj Tuby Rubber.
L’Hard Rock, nelle molteplici declinazioni, è operativo in 265 punti, fra ristoranti, hotel, casinò, shop e altri locali per spettacoli dal vivo e Cafe di oltre settanta paesi. Il gruppo vanta anche una delle più ampie, apprezzate e pregiate collezioni di oggetti musicali con oltre 86 mila testimonianze esposte in tutto il pianeta. La preziosa raccolta di abiti di scena, dischi, foto, documenti e strumenti musicali è iniziata con la chitarra suonata da Eric Clapton.

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