Convegno a Roma sulla Direttiva ‘Case Green’. In Italia sono milioni gli edifici da riqualificare sia pubblici che privati per contenere i consumi, le spese e le emissioni inquinanti. Uno dei problemi riguarda l’aspetto economico-finanziario
L”edilizia sostenibile e accessibile’ e ‘Il finanziamento dell’efficienza energetica’ sono stati gli argomenti su cui hanno ruotato gli interventi nel corso dell’incontro promosso nella capitale da Ecco-The Italian climate change think tank, Knauf Insulation e Kyoto Club. La piattaforma per l’avvio del confronto è stata la Direttiva ‘Case Green’, che prevede, fra l’altro, la riqualificazione degli immobili pubblici e privati dei paesi dell’Unione.
L’interesse dei partecipanti al convegno, gestito e coordinato dal vicepresidente di Kyoto Club Francesco Ferrante, è stato rivolto soprattutto sulla realtà nazionale, che potrebbe essere trasformata da una opportunità anche per un rilancio economico e occupazionale, oltre al miglioramento delle condizioni delle molteplici strutture e a un risparmio energetico con le bollette domestiche più leggere. Nel nostro Paese la cosiddetta ‘povertà energetica’ è in continua e costante espansione. A leggere i dati dell’OIPE, l’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica, il disagio riguarda oltre due milioni di famiglie, il 9% del totale.
All’appuntamento, organizzato nella Sala ‘Cristallo’ dell’Hotel ‘Nazionale’ di piazza di Montecitorio, hanno aderito, fra gli altri, i parlamentari Enrico Cappelletti, Massimo Milani e Antonio Misiani; la ricercatrice di Ecco Francesca Andreolli; il manager di Knauf Insulation Ferdinando Cattaneo; la vicepresidente e il consigliere di Assimpredil di ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, Cecilia Hugony e Virginio Trivella; l’amministratore delegato di Edera Thomas Miorin e, in audiovideo da Bruxelles, il componente della task force della Commissione Europea Alessandro Coloccia, che ha ipotizzato “una adeguata riscrittura del ‘Piano per la casa’”, anche se le competenze in Italia, in alcuni settori, sono ramificate fra “lo Stato, le regioni e le amministrazioni locali”.
Sulla nostra penisola sono milioni gli immobili bisognosi di lavori riqualificanti, ma, essenzialmente, le
difficoltà riguardano il reperimento delle risorse economiche sia per le componenti pubbliche e le tante dimore e testimonianze storiche di un patrimonio, anche tipico e mete attrattive per i turisti e gli appassionati che per gli alloggi privati. “Le nuove tecnologie potrebbero rappresentare la soluzione per la modernizzazione e la decarbonizzazione dei complessi edilizi italiani”.
“Da anni Kyoto Club è impegnato con Legambiente nel progetto, ‘Per un salto di classe’, che promuove la decarbonizzazione del patrimonio edilizio sostenendo l’applicazione nel nostro Paese della EPBD”, l’Energy Performance of Buildings Directive (la Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici). Un modo per “unire la crescita economica, la tutela ambientale e un sostegno sociale”, ha rilevato Francesco Ferrante.
Francesca Andreolli, ricercatrice di Ecco, ha sviluppato e illustrato un approfondimento, dal quale è emerso che “la spesa energetica è salita fino al 40% rispetto al passato e un miglioramento delle strutture condizionerebbe positivamente anche il generale valore del patrimonio, oltre a ridurre le emissioni inquinanti”. Lo studio è stato articolato con la penisola suddivisa in “sei aree climatiche”, in quanto la situazione, l’emergenza e la risoluzione sarebbero variabili seguendo la carta geografica e le altitudini. Per la riqualificazione sono stati stimati esborsi mediamente oscillanti fra i 35 mila e i 60 mila euro, ma il 70% degli italiani dichiara un reddito non superiore a 26 mila euro con la divisione e l’evidente inferiorità nelle regioni meridionali. “La maggior parte vive in case di proprietà e il 21% sono in affitto”.
Alcune proposte sono state elaborate e sottoposte all’attenzione della platea, fra quelle pratiche e altre relative al reperimento delle risorse necessarie per l’avvio e il completamento dei lavori. Thomas Miorin di Edera ha indicato l’opportunità di trasferire in fabbrica il cantiere con il successivo montaggio dei moduli per ammortizzare i tempi e i costi. Dal versante
economico-finanziario è stata sottolineata l’importanza della stabilità delle eventuali detrazioni, almeno fino al 2030 e della riduzione delle imposte sulle case, comunque con il monitoraggio e la verifica degli interventi programmati.
Virginio Trivella ha pensato, per l’occasione, a una “cabina interministeriale”; Antonio Misiani ha ricordato che il settore edile è sorretto dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, comunque valido fino al 2026; Massimo Milani ha rivelato come sia ormai accertata la consapevolezza e la considerazione da parte delle forze politiche sull’eventualità di interventi per chi è in difficoltà economiche e Enrico Cappelletti ha ribadito la necessità di incentivi per le decisive realizzazioni negli immobili.
