Le ferite di Roma

Dieci tragici episodi ricordati nella capitale, all’Accademia Nazionale di San Luca, con immagini e scritti, fra cui la scomparsa di Giacomo Matteotti, di Aldo Moro e di Pier Paolo Pasolini

‘Le ferite di Roma. Poeti e artisti rileggono la storia della città’ è il filo conduttore dell’allestimento promosso all’Accademia Nazionale di San Luca e curato da Andrea Cortellessa e da Spazio Taverna, che ha ampliato e arricchito quello del 2023 alla Galleria Mattia De Luca. L’iniziativa ha l’obiettivo di reinterpretare, attraverso le immagini e le composizioni scritte, una decina di fatti clamorosi registrati nella capitale nel corso dei secoli, comunque fino alla fine del Novecento. In precedenza ‘Le ferite’ erano state proposte anche a Milano e a Torino.
L’esposizione a Palazzo Carpegna di piazza dell’Accademia di San Luca rivela una doppia ispirazione iniziando dal”Assassinio di Giulio Cesare’ del 44 avanti Cristo con visione su largo di Torre Argentina e firma di Elisabetta Benassi, foglio di carta e pugnale e di Laura Pugno,’ Il tuo nome’. Il percorso nella sala al primo piano del Palazzo a due passi da Fontana di Trevi continua con l”Incendio di Roma’ del 18 luglio del 64 dopo Cristo con il Circo Massimo e il collage, olio e inchiostro di Marco Tirelli e lo scritto, ‘Reso alle fiamme’ di Tommaso Ottonieri.
E, poi, l”Assassinio di Cola di Rienzo’ dell’8 ottobre del 1354 con la Chiesa di San Marcello al Corso e la xilografia di Gabriele Silli e il ‘Dolore ène da recordare’ di Valerio Magrelli. Piazza di Ponte Sant’Angelo è la prospettiva per l”Uccisione di Beatrice Cenci’ dell’11 settembre del 1599 con la pittura di Silvia Giambrone e le parole di Gilda Policastro. Campo de’ Fiori per il ‘Rogo di Giordano Bruno’ del 17 febbraio del 1600 con l’immagine di Numero Cromatico e i pensieri di Silvia Bre, ‘Il campo dei fiori’.
Le pareti di Palazzo Carpegna ospitano la ‘Condanna di Galileo Galilei’ del 22 giugno del 1633 con lo scenario del Convento di Santa Maria sopra Minerva, la china e l’acquarello di Luigi Ontani e il ‘Dittico galileiano’ di Franco Buffoni. Piazza Venezia per la ‘Marcia su Roma’ del 28 ottobre del 1922 con l’inchiostro su carta di Pietro Ruffo e le lettere di Lello Voce, ‘Alalà!’. Lungotevere Arnaldo da Brescia per il ‘Delitto Matteotti’ del 10 giugno del 1924 con la creazione di Giulio Bensasson e l’accompagnamento di Fabio Pusteria, ‘Matteottihof’.
L’Idroscalo del Lido di Ostia per l”Assassinio di Pier Paolo Pasolini’ del 2 novembre del 1975 con la carta levigata e la polvere posta a terra da Lulù Nuti e le note di Maria Grazia Calandrone, ‘Quanta della mia morte’. Altro dramma, estremamente cupo per la storia italiana e non solo. Il 9 maggio del 1978 in via Michelangelo Caetani è scoperto l”Assassinio di Aldo Moro’. Il disegno è tracciato a matita da un giovanissimo, preferenza di Ra di Martino e la poesia è di Vivian Lamarque, ‘Ossicini’.
“Le ferite rappresentate e ricordate sono dei veri e propri traumi per la città, alcuni, fra l’altro, sono rimasti irrisolti”. Le ricostruzioni e le dediche scritte offrono l’opportunità di essere guardate da “altri occhi”.
Per l’esposizione è stato pubblicato un catalogo da parte dell’Accademia Nazionale di San Luca con l’introduzione di Claudio Strinati e gli scritti di Marco Bassan, Andrea Cortellessa e Ludovico Pratesi. Mostra visitabile gratuitamente fino al 25 ottobre, dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19. Il sabato apertura anticipata alle 10.

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