La Giornata Mondiale della Vista

Convegno al Ministero della Salute promosso dall’IAPB, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità. Richiami sui controlli, sulle liste di attesa per le visite e le cure, sul personale sanitario, sulle tecnologie e sull”intelligenza artificiale’

Secondo giovedì di ottobre, Giornata Mondiale della Vista e l’IAPB, la Fondazione dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, attraverso la sezione italiana, ha promosso nell’Auditorium ‘Cosimo Piccinno’ del Ministero della Salute un convegno, ‘In che misura la tecnologia può ridurre le liste di attesa?’. Iniziative sono state organizzate anche in un centinaio di centri della nostra penisola proprio per coinvolgere i cittadini sull’importanza della prevenzione, per sollecitare le istituzioni a risolvere le difficoltà di accesso ai controlli e alle cure, per fornire gratuitamente le informazioni utili agli interessati e per offrire una serie di proposte alle Aziende Sanitarie Locali per superare o, almeno, ammortizzare questo tipo di situazioni che crea disagi in molte aree.
Il presidente Mario Barbuto ha rivelato come “oltre 3 milioni e 500 mila persone in Italia soffrono o sono a rischio di malattie che potrebbero portare a ipovisione e cecità, fra cui il glaucoma, la retinopatia diabetica e la degenerazione maculare collegata all’età. In una decina di anni gli utenti del riferimento sulla rete di IAPB sono aumentati di ben tre volte, da 600 mila a 2 milioni e 100 mila, testimonianza del sintomo che le richieste di salute non hanno risposta nella sanità pubblica e spingono le persone a cercare personalmente e autonomamente da qualche altra parte le soluzioni più o meno risolutive”.
Gli interventi, coordinati dal giornalista Giuseppe Brindisi, hanno affrontato ogni tematica, fra cui le ”innovazioni digitali in oftalmologia” con riflettori rivolti all’ormai immancabile ‘intelligenza artificiale’ e “la prevenzione e la sostenibilità economica”. Le innovative tecnologie sono un sostegno per i sanitari per individuare velocemente gli eventuali disagi e anche le possibili evoluzioni. Tempi di attesa per le verifiche generalmente allungati e in alcune aree del nostro Paese dilatati a dismisura soprattutto per le fasce più economicamente deboli e per la continua flessione del numero dei medici specialistici, tendenza segnalata da tempo anche dalla SOI, la Società Oftalmologica Italiana.
Il presidente della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche Teresio Avitabile ha anche confermato la prossima unione con l’AIMO, l’Associazione nazionale dei Medici Oculistici. L’estensione della “cartella digitalizzata potrebbe rappresentare un valido sostegno per i sanitari”. Le soluzioni organizzative e le tecnologie potrebbero offrire un percorso di screening e di prima diagnosi per avviare il paziente a visite e a test diagnostici più complessi, in particolare per i pazienti a rischio.
È in aumento l’età media degli italiani e parallelamente salgono le eventuali problematiche, per cui gli specialisti sollecitano controlli periodici degli occhi, almeno ogni anno. In Italia, ad esempio, i pazienti diabetici che rispettano le scadenze non superano il 18% con squilibri regionali imbarazzanti e preoccupanti. L’oscillazione varia da quasi il 32% della provincia di Bolzano al 5,25% della Calabria. Non arrivano alla doppia cifra anche la Basilicata, l’Umbria, il Molise e il Piemonte.
Dall’inizio del 2025, con “la definitiva entrata in vigore dell’aggiornamento dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, l’esame del ‘fundus oculi’ sarà escluso dall’elenco delle prestazioni. Rimane, invece, la ‘fotografa del fundus’, che, peraltro, non rientra nell’esenzione per le persone diabetiche. Nei laboratori, quindi, sarà richiesto il pagamento del ticket o la sostituzione dell’esame della retina con la più lunga visita oculistica complessiva con il conseguente aggravamento della pressione sulle liste di attesa nonostante l’ampia popolazione diabetica. E nel Report di Cergas-SDA Bocconi, il Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università di Milano, illustrato da Marco Sartirana, sono stati calcolati anche i tempi e il personale necessario. “Se ogni visita dura mediamente una ventina di minuti i sanitari potrebbero esaminare ogni ora tre pazienti e nella giornata diciotto”. Diverso il livello per la teleretinografia. “Un oculista è in grado di effettuare lo screening a 41,5 pazienti”, comunque con la collaborazione di un infermiere.
“Per il Servizio Sanitario Nazionale l’oculistica è ritenuta una disciplina non salvavita” e rischia di uscire dal perimetro degli interventi e dall’assistenza pubblica. Il glaucoma è una delle principali cause di cecità e ipovisione. Globalmente sarebbero oltre 68 milioni i pazienti, fra cui, secondo alcune stime, 3 milioni e 610 mila non vedenti e 4 milioni e 140 con gravi menomazioni. Su quasi 9 mila controlli oculistici gratuiti effettuati nell’ambito della campagna di prevenzione ‘Vista in Salute’ in 54 città della nostra penisola, il 20% di quanti dichiaravano di vedere bene, invece, era affetto da un problema oculare.
Tre, soprattutto, le importanti indicazioni offerte dal senatore Giovanni Satta, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Prevenzione e la Cura delle Malattie degli Occhi, che riguardano le visite periodiche, l’assistenza e un centro nazionale di riferimento per coordinare gli appuntamenti e gestire i dati.
All’approfondimento romano hanno contribuito anche Luigi Manconi, l’ex parlamentare e sociologo settantaseienne, autore del libro, ‘La scomparsa dei colori’, pubblicato da Garzanti e l’attrice Caterina Corbi, che ha letto alcuni passaggi del volume.
L’IAPB, l’International Agency for the Prevention of Blindness, è stato fondato a Londra nel 1975. La diramazione sulla nostra penisola risale al 1977 come onlus, Ente del Terzo Settore, per volontà della SOI, la Società Oftalmologica Italiana ed è impegnata nella promozione di buone pratiche di prevenzione delle malattie della vista e per potenziare i servizi di cura e di riabilitazione visiva operando e collaborando con le istituzioni sanitarie nazionali e internazionali.

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