Illustrato il masterplan e il cronoprogramma per la rigenerazione dell’area di via Cristoforo Colombo. Le demolizioni dovrebbero iniziare entro il 2024 e il completamento della trasformazione è previsto in un triennio. ‘La città della gioia’, fra l’altro, avrà verde e spazi sociali
Abbattere tutti i padiglioni, rimuovere l’intera pavimentazione e togliere completamente la recinzione in muratura in modo da favorire la ventilazione e l’aspetto ambientale. L’obiettivo è di abbassare i metri/cubi costruiti nel corso degli anni, da 920 mila a 140 mila, di creare un nuovo aspetto naturalistico anche per gli abitanti della zona e di offrire la maggior parte del vasto perimetro, quasi 8 ettari, alla socializzazione e a progetti culturali. Il piano di riqualificazione e di rivitalizzazione dell’ex Fiera di Roma è stato svelato dal sindaco Roberto Gualtieri, dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, dal presidente dell’Ottavo Municipio Amedeo Ciaccheri, dall’amministratore delegato di Orchidea, la società proprietaria dell’area, Luca Fantin e dalla coordinatrice della Commissione che ha indicato la migliore proposta presentata, Guendalina Salimei.
Quarantuno i progetti che hanno risposto all’invito internazionale del Comune di Roma. Il piano generale preferito è stato quello prospettato da AC PV Architects, da Arup Italia, da Asset e da Parcnouveau e denominato ‘La città della gioia’. Altri quattro sono stati considerati ‘meritevoli’, sullo stesso livello. Dal masterplan alla progettazione e a all’esecuzione: l’attesa non dovrebbe essere ampia. L’assicurazione è stata praticamente unanime, sia da parte dell’amministrazione comunale che dalla società, la quale ha ipotizzato l’avvio delle demolizioni entro il 2024 e la conclusione degli interventi in un triennio. “L’ex Fiera di Roma è rimasta chiusa e inutilizzata per quasi vent’anni e il percorso di partnership pubblico-privato è assolutamente innovativo per una rivalutazione generale di tutta l’area, naturalmente anche con i servizi necessari”.
L’ex Fiera di Roma, compresa fra le vie Cristoforo Colombo, dei Georgofili, dell’Arcadia e di Tor Marancia, era stata proposta da Edoardo Squarelli nel 1948. Il centro fieristico era stato sostenuto con 26 milioni delle allora lire dalla Banca della Cooperazione, la futura BNL. Nel 1951, poi, era stato costituito l’Ente Autonomo Fiera di Roma con la partecipazione della Provincia, del Comune, della Camera di Commercio e delle associazioni imprenditoriali locali. Esposizioni, mostre-mercato, congressi, convegni e varie iniziative hanno alimentato l’attività e la funzione della vasta area della capitale, finquando non è stata realizzata l’altra, la Nuova Fiera di Roma, sulla Portuense, al confine con il territorio di Fiumicino, che è stata inaugurata nell’aprile del 2006. Da allora la decadenza infarcita da periodiche proposte e da qualche sporadico avvenimento e la desolazione di uno spazio abbandonato ha preso il sopravvento senza interventi decisi e concreti per risollevare il declino.
La rappresentante del team di professionisti prescelto ha ricordato che il primo sopralluogo nell’ex Fiera di Roma “risale al 2007 e le indicazioni sul futuro, comunque sempre incerto, al 2011. Indicazioni, fra l’altro, che erano ritenute avveniristiche per quegli anni, ma che adesso sono diventate di estrema attualità”.
Gli argomenti sono stati rilanciati dal presidente dell’Ottavo Municipio Amedeo Ciaccheri con “il verde per far respirare la città, liberare il suolo dal cemento e individuare nuove centralità per una trasformazione dell’urbanizzazione”.
E l’assessore Maurizio Veloccia e la stessa Guendalina Salimei hanno ribadito che “sono ancora numerose nella capitale le aree abbandonate e inutilizzate necessarie di una riqualificazione e di una rivitalizzazione”.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha sottolineato come “questo intervento sana una profonda ferita urbana con tempi adeguati e attraverso un modello positivo fra pubblico e privato, che è stato efficace e sarà utile a trasformare questo quadrante da non solo di passaggio verso l’EUR a un riferimento, a una integrazione delle idee” e della socializzazione.
(foto di copertina: Fanpage.it)