Transizione europarlamentare

Analisi presente e futura sulla decarbonizzazione soprattutto dopo il voto dell’Unione promossa da Kyoto Club, che festeggia i venticinque anni di impegno con un nuovo presidente, Letizia Magaldi

Letizia Magaldi è la nuova presidente del Kyoto Club. Campana di Salerno, 47 anni, vicevertice della Magaldi Green Energy, è stata indicata per acclamazione al termine dell’incontro promosso a Roma su ‘Le prospettive del green deal e le priorità per energia e clima al 2030’ e rileva l’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli, che aveva guidato il movimento per una decina di anni. Sono stati confermati alla vicepresidenza, invece, Gianluigi Angelantoni e Francesco Ferrante.
L’approfondimento, organizzato nello Spazio Europa della Rappresentanza in Italia del Parlamento dell’Unione, è stato sollecitato proprio pochi giorni dopo il voto dell’8 e del 9 giugno, che ha rinnovato l’Assemblea e, forse, gli equilibri, le direttive e i programmi elaborati e decisi fra Bruxelles e Strasburgo. L’interesse è rivolto soprattutto al piano per la decarbonizzazione attraverso la transizione ecologica e energetica che, inevitabilmente, potrebbe vedere modificati i tempi, gli interessi e la programmazione previsionale, produttiva ed economica. L’attenzione degli interventi ha riguardato, in particolare, la revisione del PNIEC, il Piano Nazionale di Energia e Clima, il recepimento della Direttiva EPBD, l’Energy Performance Buildings Direttive e la cosiddetta ‘industria 5.0’.
L’appuntamento romano, fra l’altro, è stato promosso nel venticinquesimo anniversario dell’istituzione di Kyoto Club. L’organizzazione no-profit, fondata nel febbraio del 1999, è costituita da imprese, enti, istituti scolastici e università, associazioni e amministrazioni pubbliche impegnate nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti, causa dell’innalzamento delle temperature e del peggioramento della qualità dell’aria, sottoscritti con il Protocollo di Kyoto, con l’Accordo di Parigi e con il programma europeo ‘Green Deal’. Kyoto Club sollecita iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione nei settori dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili, dell’agricoltura, dell’ambiente, dell’economia circolare e della mobilità sostenibile.
“Le fonti rinnovabili, con la riduzione dei costi, hanno mostrato una vorticosa crescita a livello mondiale” sia nel numero delle installazioni che dell’energia prodotta e utilizzata, ha rilevato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club. “Nel 2023 l’incremento è stato del 50%, il maggiore degli ultimi vent’anni”.
Di “economia e bioeconomia” ha parlato Catia Bastioli, da concretizzare con “le tecnologie e gli adeguati strumenti per un progetto comune” che sfrutti meno “le risorse del pianeta” per “un modello di sviluppo efficiente e rigenerativo”. Lara Ponti, vicepresidente per la Transizione Ambientale di Confindustria, ha ammesso come “la salvaguardia dell’ambiente rappresenta una straordinaria opportunità per trasformare e rendere più competitivi i settori produttivi italiani”. La Confindustria, fra l’altro, “ha stimato che entro il 2030 gli investimenti necessari dovrebbero essere di quasi 1.100 miliardi di euro” per consentire all’Europa “di mantenere la leadership industriale nella transizione verde e sostenibile”. Ha posto il tema di un “piano articolato e di lungo periodo, strutturale” con “interventi sia pubblici che privati” e, per il fotovoltaico, ha proposto di utilizzare ogni copertura disponibile e aree non adatte alle coltivazioni agricole”.
Intanto “negli ultimi due mesi, ad aprile e a maggio, la produzione di energia da fonti rinnovabili è stata praticamente del 50%”, ha rivelato Gianni Silvestrini. La mobilità pubblica e privata e le cosiddette ‘case green’, oltre alla produzione e ai sistemi di accumulo, sono stati fra gli argomenti maggiormente delicati da affrontare per motivi economici, sociali e anche pratici. Il patrimonio edilizio sarebbe responsabile del 40% del consumo energetico nei paesi dell’Unione Europea e del 36% delle emissioni di CO2 e di altri ‘gas serra’. “La gran parte degli edifici esistenti, a sentire la Knauf Insulation attraverso Alberto Ermelli Cupelli, “sarà ancora sfruttata nel 2050 e necessita di interventi per migliorare la performance energetica. Allo stesso tempo l’Europa affronta una crisi abitativa di almeno 800 mila case popolari a prezzi accessibili per un investimento di quasi 57 miliardi di euro”. Sull’agenda finirà questa situazione che dovrà essere caratterizzata da un sistema energetico efficiente, flessibile, accessibile, sostenibile e decarbonizzato. Una componente edilizia efficace alimentata da fonti rinnovabili sarebbe fondamentale per il cambiamento e il raggiungimento degli obiettivi anche con una normativa semplice e chiara.
Gianni Silvestrini, in seguito agli esiti delle consultazioni elettorali nell’Unione Europea, prevede un rallentamento delle politiche climatiche , che potrebbero comportare conseguenze alla situazione ambientale e “al tessuto industriale del Vecchio Continente”, ma, probabilmente, non uno stop o una inversione di tendenza, in quanto altre realtà come la Cina e gli Stati Uniti hanno investito imponenti risorse sulla decarbonizzazione, che, ormai, sembra irrefrenabile.

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