Anticipazioni sui partecipanti e sugli argomenti dell’annuale Assemblea dell’ANBI in programma nella capitale nei primi giorni di luglio, fra cui i cosiddetti cambiamenti climatici e la richiesta di interventi infrastrutturali
“Pianificazione, programmazione e realizzazione, in quanto il nostro Paese non scomparirà nel 2026 quando scadranno i termini del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. La politica dovrà essere in grado di avere una visione, al di là delle scadenze e degli interessi strettamente elettorali, con i risultati che saranno ottenuti dopo un po’ di tempo, ma la pianificazione, la programmazione e la realizzazione sarebbero una opportunità nazionale, per una penisola sofferente anche a causa dei cosiddetti cambiamenti climatici. Il direttore generale dell’ANBI, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, Massimo Gargano, ha anticipato il refrain della prossima Assemblea in programma a Roma il 2 e il 3 luglio. Pianificazione, programmazione e pianificazione, termini utilizzati per essere allacciati al riferimento dell’annuale appuntamento, ‘Quali sceite dopo il PNRR. La rete dei Consorzi di Bonifica, valore strategico per il Paese’.
Le articolate considerazioni sono attese dai rappresentanti delle istituzioni, anche europee, delle amministrazioni pubbliche locali, delle associazioni, degli atenei, delle aziende del settore soprattutto idrico e agroalimentare e delle forze dell’ordine e per la sicurezza. Previsti gli interventi, fra gli altri, del presidente della Conferenza Episcopale Italiana Matteo Maria Zuppi; del commissario straordinario di Governo alla ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche Francesco Paolo Figliuolo e dei ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Sociale Antonio Tajani e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. E non è esclusa la partecipazione anche del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
“L’acqua non deve essere identificata solo con le necessità vitali, dell’agricoltura e dell’ambiente, ma anche con l’economia”, ha ribadito il presidente dell’ANBI Francesco Vincenzi, che ha anche rilevato la centralità dell’Italia, fra l’altro indicata ad ospitare a Roma il primo Forum Euromediterraneo sull’Acqua. All’Assemblea dell’ANBI sarà presente anche Maria Spena, presidente del Comitato ‘One Water’. L’ANBI è particolarmente impegnata nel formulare proposte e progetti infrastrutturali per evitare la dispersione soprattutto dell’acqua piovana e nella raccolta e nell’elaborazione dei dati sulla situazione nelle varie zone della nostra penisola. L’alternanza degli scenari, violente e intense piogge e periodi di siccità, sembrano diventati una costante, come hanno rivelato Paolo Sottocorona, esperto di meteorologia e, per le conseguenze socio-economiche, il docente dell’Università RomaTre Fabrizio De Filippis. Dall’inizio del 2024 e fino al 19 giugno l’ESWD, l’European Severe Weather Database, la struttura europea sulle condizioni meteo avverse, solo in Italia e in ogni regione, ha registrato 805 casi di eventi considerati “estremi”, in particolare “184 grandinate con chicchi di almeno 2 centimetri di diametro; 506 nubifragi; 81 trombe d’aria; 24 fulmini dannosi e pericolosi e una decine di valanghe. Incalcolabili i disagi e i danni alle strutture private e commerciali e alle colture agricole. L’export dell’agroalimentare è una voce importante per il bilancio nazionale, che nelle stagioni ha ammortizzato il calo del consumo interno.
“Meglio, meno costose e strutturali gli interventi di prevenzione che i provvedimenti dispersivi, dispendiosi ed emergenziali” per riparare i guai idrogeologici causati “da un clima impazzito”. Nell’estate del 2023 i problemi idrici hanno riguardato soprattutto le zone del nord con qualche parte di torrente trasformato in isola pedonale. Attualmente, come una clessidra, la situazione è capovolta, in un paese, comunque, sempre diviso con “quasi il 70% della Sicilia” assetata e anche “oltre la metà del Molise, della Puglia e della Basilicata”. Non sono più rinviabili gli interventi necessari per contenere ulteriormente la quota della dispersione nella rete distributiva, oltre il 40% e per utilizzare l’acqua piovana, attualmente solo un misero 11%. Bocciata e “troppo costosa la desalinizzazione”, mentre sulle acque reflue sarebbe opportuna una riflessione sul livello di qualità della depurazione e una campagna informativa per i cittadini-consumatori”.
Oltre alla Sicilia, alla Puglia e alla Basilicata l’allarme rosso e il suono della sirena sono scattati anche nelle zone costiere della Calabria e della Sardegna e nel sud delle Marche e nell’Abruzzo settentrionale. Le coltivazioni maggiormente colpite sono i cereali e i prati per i pascoli e il foraggio e i relativi allevamenti, gli ortaggi, gli oliveti e gli alberi della frutta. Nel periodo 2022-2024 i danni per la siccità e le alluvioni nel settore agroalimentare sono stati stimati in una ventina di miliardi di euro. Le produzioni del Made in Italy valgono oltre 600 miliardi di euro e l’export 64 miliardi di euro con almeno quattro milioni di persone complessivamente impegnate a vario titolo e funzione.