Legambiente Lazio. Inquinamento, consumo del suolo e delle coste, rifiuti, acqua e rinnovabili i temi del Congresso. Roberto Scacchi ancora presidente
Roberto Scacchi è stato confermato presidente di Legambiente del Lazio alla conclusione del dodicesimo Congresso regionale, che ha anche indicato Maria Domenica Bolano direttrice e una ventina di componenti al Direttivo di via Firenze. L’incontro, promosso e organizzato nella capitale, ha preceduto quello nazionale previsto sempre a Roma nei primi giorni di dicembre. All’assemblea hanno partecipato il presidente e il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani e Giorgio Zampetti e i rappresentanti dei vari circoli della regione, oltre, naturalmente, a molteplici ospiti, fra cui delle amministrazioni pubbliche locali, di associazioni e strutture di volontariato e animaliste, di sigle sindacali e i riferimenti dei raggruppamenti di cittadini.
Nella relazione iniziale Scacchi, ultraquarantenne dell’hinterland romano con laurea in Scienze Naturali, ha ricordato le numerose e frequenti iniziative promosse sull’intero territorio regionale a difesa di tutti gli aspetti ambientali, dall’inquinamento dell’aria, delle acque e del verde all’indiscriminato sfruttamento del territorio; dalle condizioni delle coste e dei litorali alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti; dalle speculazioni edilizie alle discariche a cielo aperto; dalla necessità di una rigenerazione urbana alla tutela della biodiversità; dalla riconversione all’agroecologia all’abbandono senza scrupoli di prodotti tossici, speciali e, quindi, altamente pericolosi fino allo sversamento di liquidi a dir poco sospetti nei torrenti e nei ruscelli del Lazio. Scacchi ha ribadito il sostegno alla limitazione della circolazione delle auto nei centri storici cittadini, al rafforzamento del trasporto pubblico possibilmente su rotaia. E, poi, i borghi da salvaguardare, riqualificare e valorizzare come i territori da non abbandonare. Lo spopolamento, soprattutto delle aree interne, sarebbe estremamente dannoso con i relativi rischi per l’aspetto naturalistico e idrogeologico vista la conseguente e la possibile mancata periodica manutenzione. Sostegno alle fonti rinnovabili per alimentare la quota di produzione di energia ‘pulita’ e il contemporaneo e graduale abbassamento delle necessità del petrolio e dei suoi derivati. Il rifiuto al nucleare è confermato con decisione, anche per l’assenza di una zona dove ‘tombare’ le scorie.
‘L’Italia in cantiere’ è stato lo slogan che ha accompagnato il Congresso regionale del Lazio, in cui è stato varato anche l’originale riferimento all”ambientalismo scientifico’, che deve rivolgere l’attenzione sulla “rivoluzione energetica”, sull’economia circolare e sulla mobilità sostenibile. Il richiamo è anche alla politica per i giovani e ai nuovi circoli dell’associazione ambientalista. L’ultimo, in ordine temporale, è stato inaugurato a Canale Monterano, provincia di Roma. E per segnalare il traffico veicolare inquinante blitz alla conclusione del Congresso nei pressi del Colosseo e a sostegno della realizzazione della linea ferrata in via Nazionale, nei giorni scorsi, in piazza della Repubblica.
Il palcoscenico ha ospitato, fra gli altri, gli assessori in Campidoglio all’Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo dei Rifiuti Sabrina Alfonsi e alla Mobilità Eugenio Patanè; il responsabile all’Ambiente dell’amministrazione comunale di Tivoli Gianni Innocenti; il segretario generale di Roma e del Lazio della CGIL Nicola Di Cola; il delegato regionale del WWF Andrea Filpa e il coordinatore provinciale dell’associazione Libera Gaetano Salvo.
Un week-end intenso caratterizzato da interventi, incontri, confronti, testimonianze, proposte di impegno nel segno dell’ambientalismo. Il Lazio è la seconda regione dopo la Puglia ad aver riunito i propri iscritti. Nelle prossime settimane saranno chiamati all’adunata quelli dei circoli delle altre regioni, comunque prima del Congresso nazionale d’inizio dicembre.