La musica, ma anche il cinema, il teatro, la televisione, qualche flash sul suo privato di cui è stato quasi sempre estremamente riservato e lontano dalle affollate serate di pettegolezzi e, per lo più, assente dai fogli di ipotesi e ricostruzioni anche variegate, sono racchiuse nello scrigno del Museo dell’Ara Pacis, a Roma, almeno fino al 6 gennaio. Del 2023, anno della ricorrenza, fra l’altro, degli ottant’anni dalla nascita in quel noto 4 marzo, in quanto riferimento di un brano presentato al Festival di Sanremo. ‘Lucio Dalla. Anche se il tempo passa’ è una esposizione itinerante che attraversa e ripercorre l’intera attività del poliedrico mattatore bolognese in una decina di sezioni, fra la ‘Famiglia’, l”Infanzia’, le ‘Amicizie’, gli ‘Inizi musicali’, il ‘Cinema’, il ‘Teatro’, la ‘Televisione’, la ‘Musica’, il ‘Museo’ e i rapporti soprattutto con Roma, la capitale, dove ha abitato nella zona di Trastevere, al civico numero 7 di via del Buco. Sulla parete esterna dell’immobile una targa-ricordo di quel periodo. A Roma il cantautore bolognese ha dedicato anche l’incisione, ‘La notte dei miracoli’. La mostra, che da Bologna è arrivata all’Ara Pacis per essere allestita poi almeno a Napoli, Pesaro, Milano e anche all’estero, rispolvera ogni aspetto della lunga attività artistica, all’inizio non particolarmente considerata positivamente ma poi pian piano apprezzata dal pubblico e dalla critica. Negli anni è stato uno straordinario sperimentatore e interprete sia della musica che delle intonazioni vocali. L’originalità ha accompagnato la carriera artistica di Lucio Dalla, che è riuscito a conquistare il Nastro d’Argento in tre occasioni e un paio di David di Donatello. La colonna sonora di ‘Borotalco’ di Carlo Verdone è stata il crocevia del rapporto fra cinema e sette note, soprattutto per l’inserimento di ‘Cara’, che continua ad accompagnare l’intramontabile successo della pellicola. Anedotti e curiosità sull’origine della collaborazione fra Dalla e Verdone sono stati svelati dallo stesso attore e regista romano. Altro testimone della crescente affermazione musicale di Dalla è Renzo Arbore. Comune la passione per il clarinetto, in bellamostra all’Ara Pacis come altri strumenti musicali e, in particolare, la tastiera dell’ultimo concerto svizzero di Montreaux all’Auditorium ‘Igor Fedorovic Stravinskij’ per il ‘Jazz Festival’ del 29 febbraio del 2012. La scomparsa. Sulla tastiera sono visibili ancora i brani delle proposte per l’esibizione. Il percorso espositivo è abbellito e arricchito dall’abbigliamento,dai copricapi, dalle foto e dai filmati, dagli scritti originali delle canzoni, dai riconoscimenti ottenuti, ‘Disco d’Oro’ per ‘Come è profondo il mare’ e per ‘Lucio Dalla’ e ‘di Platino’ per ‘Ciao’, ‘Canzoni’ e ‘Dallamericaruso’. Gli oggetti, la macchina da scrivere ‘Remington’, il Pinocchio di legno, le valige, il presepe da collezione, i dipinti, i disegni, i ritratti, il trenino elettrico installato nella sala cinema della casa bolognese di via Massimo D’Azeglio. in una parete dello spazio espositivo della capitale la lista delle collaborazioni con il mondo del cinema, da attore e da compositore, fra l’altro con alcuni dei più importanti registi italiani come Ettore Scola, Mario Monicelli, Luigi Magni, Luigi Comencini, Michele Placido, Pupi Avati, con il quale è unita la passione musicale e lo stesso Carlo Verdone. Lucio Dalla e lo sport. Appassionato di motori, calcio e pallacanestro. Le Mille Miglia e il pilota mantovano Tazio Nuvolari sono stati gli interessi canoro verso l’automobilismo veloce. Il coinvolgimento per la Virtus Bologna nel basket e il tifo per i colori rossoblù del calcio sono testimoniati dalla continua e costante presenza al Palasport e allo stadio del capoluogo emiliano e dall’accordo con l’amico-manager Umberto Tobia Righi di rinnovare annualmente l’abbonamento al ‘Renato Dall’Ara’ anche se uno dei due fosse scomparso. Quella poltrona numero 19 della fila 8 della Tribuna continua ad essere ‘vestita’ e colorata con la maglia del Bologna. In quello stadio alla conclusione delle partite risuonano le note del’L’anno che verrà’. Molteplici le collaborazioni con altri musicisti, parolieri e cantanti, fra cui gli Stadio, Roberto Roversi, Gianni Morandi e Francesco De Gregori. Collaborazioni che hanno prodotto anche incisioni di successo di pubblico e di critica. La mostra, ‘Lucio Dalla. Anche se il tempo passa’, è promossa da Roma Culture e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, assemblata da Creare Organizzare Realizzare con il sostegno della Regione Lazio e curata da Alessandro Nicosia con la Fondazione Lucio Dalla e sostenuta dalla Rai e dall’Archivio Luce Cinecittà. L’esposizione può essere ammirata e apprezzata fino al prossimo 6 gennaio tutti i giorni dalle 9 alle 19 e 30.
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