L’autore ritrovato

Scoperta durante il restauro la firma di Filippo Rusuti sulla ‘Madonna con il Bambino’ esposta a Castel Sant’Angelo

Inaspettata. Imprevedibile. Sorprendente. Sensazionale. La scoperta. E la successiva assegnazione a chi ha realizzato l’opera, che finora, forse per comoda tendenza religiosa, riferita a San Luca. Invece, nel corso degli interventi, coordinati dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Roma, dal dipinto ‘Madonna con il Bambino’, conservato nella capitale nella chiesa di Santa Maria del Popolo, è emersa “una iscrizione lungo il margine superiore della cornice, nella quale si legge chiaramente una firma in maiuscola gotica che, senza ombra di dubbio, è quella del pittore e mosaicista Filippus Rusuti Pinxit”. Per Alessandro Tomei, ordinario di Storia dell’Arte Medievale all’Università ‘Gabriele D’Annunzio’ di Chieti, “la firma era coperta da uno spesso strato di vernice nera”, ma “sul fondo verde sono esattamente distinguibili i contorni delle lettere e, dunque, non sussiste alcun dubbio sull’autografia dell’opera”. Filippo Rusuti è considerato uno dei maggiori interpreti della pittura a Roma dell’ultimo quarto del Duecento e fino ad ora il suo nome era conosciuto solo attraverso la sottoscrizione posta al centro della decorazione mosaica nella parte alta della facciata di Santa Maria Maggiore.
La ‘Madonna di San Luca’ è un’antica e preziosa icona, una delle immagini più venerate nella storia della città, per la notorietà e l’etichetta di ‘immagine miracolosa’ testimoniata anche da alcuni documenti della Chiesa. Per questo negli anni è stata più volte riprodotta, copiata in almeno quattordici esemplari e, poi, via-via, esposte. Gli effetti hanno rafforzato l’idea che la tavola, una tela su tre assi di noce, fosse stata dipinta da San Luca, da sempre protettore degli artisti, solennemente trasferita nel 1235 da San Giovanni in Laterano all’altare di Santa Maria del Popolo. Non mancano nei secoli episodi curiosi e particolari, oltre a furti, sparizioni, e ritrovamenti, restauri non sempre corretti, efficaci e qualificati, fra cui nel 1509, l’affresco di Bernardino di Betto, il Pinturicchio, che nella volta del coro commissionato da Papa Giulio II, infarcisce la figura di San Luca impegnato a dipingere l’immagine dell’icona presente sull’altare.
La ‘Madonna con il Bambino’ della chiesa di Santa Maria del Popolo mostra la Vergine ritratta frontalmente. In braccio il Bambino, completamente vestito, con le dita della mano destra allungata verso la Madonna, che, a sua volta, guarda il figlio. Una comune aureola perimetra capi e volti delle figure.
“Non sono numerose le opere medievali firmate”, riconosciute “e arrivate ai nostri giorni”, ha sottolineato Edith Gabrielli, responsabile del Polo Museale del Lazio. Ha ricordato, fra l’altro, la figura di Filippo Rusuti, che con Pietro Cavallini e Jacopo Torriti, è stato uno dei protagonisti dell’arte pittorica a Roma negli ultimi decenni del Duecento. L’icona è stata attribuita in passato, al di là di San Luca, a un ignoto pittore, richiamato come Maestro di San Saba, in quanto ritenuto autore di affreschi nella cosiddetta quarta navata della chiesa sul Piccolo Aventino. La somiglianza fra le due opere possono solo confermare l’attribuzione a Filippo Rusuti. In questo modo il catalogo è ampliato, che possibilmente potrebbe essere ancor di più, arricchito con altre produzioni.
Ancora limitate le notizie sull’artista, probabilmente vissuto fra il 1255 e 1325, operativo a Roma e a Napoli, ma anche con il figlio Giovanni Rusuti, in Francia, a Poitiers, al servizio della corona e forse pure alla corte papale di Avignone.
L’opera, dopo il restauro curato dalla Soprintendenza diretta da Francesco Prospetti, è in bellamostra nella Sala della Biblioteca del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. L’esposizione, ‘Filippo Rusuti e la Madonna di San Luca in Santa Maria del Popolo a Roma’, è stata curata da Simonetta Antellini e Alessandro Tomei e realizzata in collaborazione con il Fondo Edifici di Culto amministrato dal Ministero dell’Interno attraverso il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione rappresentato dal prefetto Angelo Carbone. L’esposizione può essere ammirata fino al 18 novembre tutti i giorni dalle 9 alle 19. Ticket unico per Castel Sant’Angelo e Palazzo Venezia. Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese.

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